lunedì 26 maggio 2014

Recensione "I vivi, i morti e gli altri" di Claudio Vergnani

Editore Gargoyle
Pagine 480
Euro 16,50
TRAMA: Le cose sono cambiate: nessuno riposa più in pace dopo la morte e il mondo si popola di terribili zombi. Oprandi è un ex militare di mezz'età, stanco e alcolizzato, privo di certezze per l'oggi e senza alcuna speranza per il domani, che viene assoldato per dare la morte definitiva a coloro che "grattano" furiosi per uscire dai loro sepolcri. L'uomo si imbatte nella facoltosa signorina Ursini, con cui stringe un patto: recuperare il padre non-morto sepolto nella cappella di famiglia e riportarlo alla figlia che provvedere, dopo che Oprandi gli avrà restituito la pace eterna, a seppellirlo di nuovo con tutti i crismi religiosi. In cambio lei lo condurrà con sé in Svizzera, al sicuro. Ma l'impresa è tutt'altro che facile. Fra zombi, strani e inquietanti incontri, gruppi armati allo sbando, luoghi da girone infernale, amici veri o presunti, Oprandi capirà che la minaccia non viene solo dai cadaveri resuscitati, ma anche e soprattutto da quegli individui che non hanno perso la vita, ma di sicuro l'umanità.
VOTO:

RECENSIONE:
Vi mancava una bella recensione su una zombie story? Su questo argomento tutto è già stato scritto e visto – almeno in teoria – ma io non riesco proprio a fare a meno di continuare a cimentarmi con questi romanzi… ogni tot di titoli, sento la mancanza dei miei cari zombie, quindi oggi eccomi qui.
Certo l’opera non è appena uscita (se consideriamo che l’ho presa al Salone del Libro di Torino del 2013, direi che di polvere ne ha dovuta prendere un bel po’ prima che mi decidessi ad affrontarla!), ma stranamente ogni volta che guardavo il libro sulla mensola dei TBR lo mettevo da parte per dedicarmi ad altro. Solo che ora avevo proprio voglia di non-morti e questo era l’unico disponibile!
Vorrei dirvi che sono talmente entusiasta di questa lettura da essermi pentita di averla rimandata così a lungo… ma qualcosa in generale mi ha lasciata perplessa.
Badate, non è un brutto libro del genere zombie – infatti potete vedere 3 gufi e ½ in cima alla recensione – ma non è riuscito a convincermi al 100%.
Prima di svelarvi il difetto che ho riscontrato, vi parlo un po’ più in generale di questo romanzo.
Il protagonista ideato da Claudio Vergnani – tale Oprandi – è un ex militare con il vizio decisamente marcato dell’alcol (ecco il piccolo dettaglio che mi frenava dall’iniziare il libro). Temevo che un simile “anti-eroe” non sarebbe riuscito in alcun modo a conquistarsi le mie simpatie, mentre invece ho scoperto in questo uomo che prima dell’apocalisse aveva perso l’amore per la vita, un personaggio ben più che gradevole: un cinico, un disilluso, un perdente che grazie al risveglio dei morti scopre di avere ancora un cuore e che forse non è troppo tardi per trovare la sua strada nel mondo. Un esemplare d’uomo da cui non mi sarei aspettata altro che freddezza ed egoismo e che invece si è rivelato migliore del 90% dei personaggi che incontrerà sul suo cammino. La missione di Oprandi è semplice (solo a parole, però!!): deve recuperare un cadavere resuscitato per recapitarlo alla  figlia che vuole dargli la pace eterna. Il compenso sarà un posto sicuro in Svizzera dove affrontare l’apocalisse.
Tutte le vicende si svolgono in Italia, in posti non meglio identificati geograficamente, ma comunque nostrani e questo già di per sé era un bel cambiamento rispetto a tutti i romanzi stranieri letti finora.
Inoltre Vergnani ha uno spiccato senso del macabro che gli ha permesso di creare immagini che sicuramente non sono indicate ai deboli di stomaco o ai lettori particolarmente impressionabili: dopo pochissimi capitoli ho capito che non era il caso di leggere questo libro mentre mangiavo!!! Alcune scene e alcuni redivivi che l’autore mostra al lettore con dovizia di particolari sono decisamente scioccanti. Vi basti pensare che al fenomeno del risveglio dalla morte nulla è immune: tutto ciò che è morto riprende vita, anche se è morto da tantissimo tempo, anche se presenta mutilazioni invalidanti e anche se non appartiene al genere umano (Resident Evil docet… anche gli animali possono zombizzarsi!).
Voi ormai mi conoscete, sono zombie-dipendente, quindi il fatto che questo autore sia riuscito a sconvolgermi più volte è indice di una fantasia orrorifica sicuramente al di sopra della media.  Pregio o difetto? Non ve lo so dire con certezza, è qualcosa che dipende dai gusti… in alcuni momenti ho apprezzato, in altri ho trovato tutto un tantino eccessivo, quasi un voler-esagerare-per-forza non necessario.
Il viaggio di Oprandi si svolge in parte in solitaria e in parte col supporto (o il peso) di altri pochi sopravvissuti che cercano di rimanere tali. I personaggi che l’autore ha affiancato al protagonista nella sua avventura, attraverso un’Italia che non appartiene più ai vivi, sono molto pittoreschi e lasciano un vivido ricordo nel lettore. Non entro nei dettagli in merito perché non voglio rovinarvi le sorprese, vi dico solo che ce n’è uno in particolare che si è guadagnato tutte le mie simpatie fino alla fine e che sicuramente è il più originale del cast.
Di certo non c’è di che annoiarsi in questa lettura perché i nostri eroi si troveranno ad affrontare più di una situazione apparentemente senza speranza e come sempre accade in questi romanzi, non tutti sopravvivranno per vedere l’epilogo.
Gli ostacoli che Vergnani ha messo sulla strada di Oprandi e co. rendono ancora più evidente la fervida fantasia dell’autore che non si fa proprio mancare nulla, riuscendo anche a mettere il “non ancora letto” e il “non ancora visto” nella sua zombie story, rendendola originale.
È un libro che piacerà a tutti? No, su questo non ho dubbi. Di certo la sconsiglio ai lettori sensibili. Ma anche per i fan dei non morti scommetto che ci saranno pareri discordanti.
L’azione non lascia troppo spazio ai tempi morti e anche in quei pochi momenti in cui si pensa di poter tirare il fiato, le minacce sono lì in agguato per movimentare di nuovo la scena, anche dove non te le aspetteresti, col risultato che nella seconda metà del libro si resta sempre sul “chi va là”.
Ci sono, soprattutto verso la fine, alcuni momenti di riflessione che daranno anche finalmente un significato preciso al  titolo del romanzo, che per molte pagine mi è rimasto oscuro… e non aspettatevi che io vi risolva l’enigma :D
A questo punto vi chiederete cosa mi ha frenato dal dare a questo libro un voto più alto, visti tutti i suoi pregi. Il problema riguarda il mio gusto personale, quindi potrebbe invece rappresentare un punto in più a favore per altri. Personalmente nei libri sui non-morti sono una fan accanita della lotta tra vivi e morti, degli sforzi per non soccombere ad un’apocalisse che mette a dura prova gli istinti di sopravvivenza dell’animale uomo, nonché delle sue capacità di adattamento all’impossibile. Adoro vedere la collaborazione tra gli esseri umani, forse perché il mio animo romantico si augura sempre che, se mai dovesse arrivare davvero il giorno Z, le persone sarebbero in grado di coalizzarsi per risollevare le sorti della nostra specie (probabilmente pura utopia!)
La visione di Vergnani invece è agli antipodi: nel suo mondo post apocalittico l’umanità riesce a tirare fuori il peggio di sé. Forse con la scusa che non c’è più speranza alcuna di poter salvare la propria anima o forse solo perché alcuni aspettavano soltanto un pretesto per tirare fuori il loro lato oscuro, fatto sta che la minaccia maggiore in un mondo popolato di zombie sono proprio i sopravvissuti.
Mano a mano che la lettura procede, mi auguravo che i personaggi incappassero in un’orda di cadaveri affamati, perché quasi ogni incontro con esseri umani ancora vivi dà il via ad alcune delle situazioni più impressionanti e violente di cui mi sia mai trovata a leggere. Nella mia visione del mondo dei morti viventi non ci sono così tante persone orrende, talmente mostruose da far apparire gli zombie solo dei cuccioli ribelli, quindi in quei momenti l’inverosimile prendeva il sopravvento (sì, lo so che nemmeno gli zombie sono verosimili, ma lo saprete anche voi che le menti dei lettori sono un tantino contorte XD) facendomi parzialmente riemergere dall’incubo, allentando il mio coinvolgimento.
Come vedete non si tratta di un difetto enorme, solo di una mia opinione personale, quindi se pensate che uomo vs uomo, con contorno di non morti, sia di vostro gradimento, segnatevi questo titolo.
I vivi, i morti e gli altri è una zombie story che consiglio a tutti gli amanti dei morti viventi perché si tratta un romanzo davvero molto originale e che saprà stupirvi fino all’epilogo, inaspettato come tutto il resto che vi ho trovato.
Passo e chiudo :)

CITAZIONI:
Forse aveva ragione chi sosteneva che la violenza non aveva bisogno di essere giustificata, non aveva cioè alcuna necessità di fondarsi su logiche razionali e non trovava quindi il suo motivo d’essere in impeccabili catene causa-effetto. A volte la ricerca dei motivi è fuorviante. Semplicemente, la violenza era lì dall’alba dei tempi. Era sempre esistita. Come la guerra, come l’omicidio, come la malafede. Era il sentimento ultimo che attendeva, in un crescendo di cieco furore, il momento e gli esecutori perfetti. E ora erano infine arrivati l’uno e gli altri.

Il passato era un sogno tormentoso, il presente un’angoscia senza senso, e il futuro… Il futuro avrebbe potuto non esistere.

… se sei ancora padrone del tuo destino e ti si offre una possibilità – anche se questa possibilità è nel mezzo dell’inferno – non tirarti indietro, cogli l’occasione e sii tutto ciò che puoi essere, sperando che sia qualcosa di buono.

6 commenti:

  1. Ne ho sentito tanto parlare, Lo! Me lo segno :)

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  2. io adoro i film post-apocalittici, morti-viventi o i mutanti geneticamente modificati in seguito a qualche virus (forse c è qualcosa di perverso in me),ma non mi è mai capitato di leggere un libro con queste tematiche e non saprei nemmeno se la cosa potrebbe farmi piacere. Cioè non so se un libro del genere possa suscitarmi lo stesso entusiasmo che riescono i film!da provare sicuramente :)

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    1. Condivido la tua passione cinematografica, ma nutro la stessa attrazione per i libri del genere (sarà che i film sono troppo pochi e mi ritrovavo a guardare sempre gli stessi ^^). Per quanto mi riguarda l'entusiasmo è lo stesso in entrambi i casi.. ma solo alcuni libri per ora mi hanno dato gli incubi, i film mai. Se vuoi tentare la letteratura zombie prova a guardare gli altri post con tag passione zombie, ci sono titoli molto interessanti ^^

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  3. Grazie! Considero la tua una bellissima recensione, ragionata, competente e con chiari ed esplicitati presupposti. Grazie di nuovo.

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    1. Che piacevole quanto inaspettata sorpresa il tuo commento! Mi emoziona molto sapere che ti è piaciuta la recensione... comunque grazie a te :D

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