giovedì 27 febbraio 2014

Recensione "La libreria degli amori inattesi" di Lucy Dillon

Editore Garzanti
Pagine 480
Euro 17,60
TRAMA:  Michelle ha deciso di ricominciare e vuole dare una svolta alla sua vita. Rilevare una libreria con l'amica Anna è il primo passo. Un giorno, mentre è intenta a riordinare gli alti scaffali, all'improvviso dietro uno scatolone colmo di libri spunta un buffo musetto. È Tavish, il cane del vecchio libraio: nessuno può più occuparsi di lui e il negozio è ormai la sua casa. In cerca di un padrone, non ha dubbi e sceglie Michelle. Proprio lei che, dopo il fallimento del suo matrimonio, ha chiuso le porte delle emozioni e ha paura di un nuovo legame. Prendersi cura di un cane è l'ultima cosa di cui ha bisogno ora che l'attività di libraia stenta a decollare. Eppure, dire di no a quei grandi e dolci occhi scuri è impossibile: non c'è altra scelta che tenerlo.
Quando il passato torna a bussare alla sua porta, Michelle scopre la forza di questa nuova amicizia. Perché l'uomo che l'ha fatta soffrire ha deciso di tormentarla ancora e lei sta per sprofondare di nuovo nelle proprie insicurezze. Ma la zampa di Tavish è lì pronta a portarla in salvo. Ormai non è più sola a risanare le ferite del suo cuore.
Giorno dopo giorno l'allegria e la vitalità del cagnolino l'aiutano a non arrendersi e a riscoprire una sensazione che non provava da tempo: la felicità. Michelle deve trovare il coraggio di riprendere in mano la sua vita. Ad attenderla dietro l'angolo c'è qualcosa di inaspettato che ha il sapore dell'amore. E solo Tavish conosce la strada...
VOTO:

INCIPIT:
Michelle era ferma al centro del suo nuovo negozio. Tentava di sceglierne il nome (Domestic Goddes? Nightingale’s? Home Sweet Home?) mentre se lo raffigurava pieno di sacchettini di lavanda cuciti a mano e grosse candele di cera d’api ma, soprattutto, privo del persistente aroma di sgombro affumicato.
Fu assalita, per la quinta volta quel giorno, dalla consapevolezza dell’enormità dell’impresa in cui si stava imbarcando, completamente sola, ma si accigliò e si disse – anche in questo caso per la quinta volta – che stava facendo la cosa giusta. Nuovo inizio, nuovo negozio. Nuova Michelle.
RECENSIONE:
Tienimi con te.
Solo io ti posso aiutare.
Scalderò il tuo cuore.

Ooook! Inizio subito dicendovi che ho una recensione da finire, un’altra da scrivere in toto e un nuovo romanzo su cui non vedo l’ora di posare gli occhi per iniziarne la storia… ma sono qui, irrimediabilmente e inevitabilmente, perché se non vi parlo di questo libro proprio non c’è verso di togliermelo dalla testa.
Ci ho messo poco meno di cinque giorni a leggere le quasi 500 pagine di questo libro e ogni singolo giorno, quando lo posavo per andare a lavorare, continuavo a pensarci e a ripensarci e a ripensarci senza sosta, con il pressante desiderio di poter tornare a casa e trovare il tempo per riprendere in mano il libro e tornare a Longhampton e alla libreria che ciascuno di noi desidererebbe avere sotto casa.
È ufficiale amo appassionatamente Lucy Dillon!
Ho tentennato un po’ prima di iniziare il suo ultimo romanzo perché avevo aspettative talmente alte che ho cercato in ogni modo di convincermi a ridurle (se date uno sguardo alle recensione degli altri due suoi romanzi – Il rifugio dei cuori solitari e Piccoli passi di felicità – capirete perché non ci sono riuscita minimamente!). Ma è stata tutta fatica sprecata perché mi sono innamorata di questo romanzo fin dalle prime pagine e il sentimento è cresciuto esponenzialmente con l’avanzare della lettura.
Vi ho già parlato ampiamente dello stile di questa autrice e della sua capacità di creare storie e personaggi capaci di toccare le corde più profonde della mia anima e per la terza volta non si è smentita. La libreria degli amori inattesi (titolo che, per quanto molto carino ed evocativo, onestamente mi chiedo da dove lo abbiano preso gli editori italiani visto che in origine era The secret of happy ever after o_O) racconta la storia di Michelle, giovane donna – come tutte le protagoniste create da questa autrice – che sta cercando di rifarsi una nuova vita dopo essere fuggita da un passato e da un matrimonio che hanno rischiato di annientarla. Il risultato è una donna incapace di aprirsi completamente agli altri, chiusa ma non cattiva, solo sfiduciata verso il prossimo e verso l’altrui capacità di accettare i segreti che lei si porta appresso.
Ma Michelle è solo la punta di un enorme iceberg, perché alla sua storia si intrecceranno quelle di tanti altri personaggi affascinanti, in particolare Anna – la prima vera amica che incontra in vita sua – che cerca di barcamenarsi in una situazione famigliare decisamente ingombrante, dopo aver sposato un uomo separato ed essersi accollata le tre figlie adolescenti di lui che le danno non poco filo da torcere. E poi c’è il fratello minore di Michelle; l’avvocato scapolo e trasandato del piano di sopra, che porta appresso a sua volta un bagaglio di storia personale da scoprire; le commesse del negozio.
Insomma Lucy Dillon non crea un romanzo quando scrive, da vita ad un intero mondo che riesce a fagocitarti completamente, un mondo da cui non vorresti mai riemergere.

E questo è quello che è successo a me: ogni volta che posavo il libro, il mio cuore e la mia mente restavano a Longhampton e non facevo che chiedermi cosa sarebbe successo a questo o a quel personaggio a secondo dell’orientamento che stavano prendendo gli eventi… che sensazione esaltante!
Le storie personali di ogni personaggio che attraversa le pagine di questo romanzo sono complesse ed emozionanti, ciascuna in modo diverso e come sempre questa autrice non mette nessuna fretta nel far evolvere i fatti.
Il tempo sembra muoversi in tempo reale, senti il passare delle stagioni come se ci fossi in mezzo e non viene nessuna voglia di accelerare per scoprire cosa accadrà: quando leggo le storie della Dillon ho l’impressione di viverle sulla mia pelle, come se fossero la mia storia, come se la stessi vivendo giorno per giorno, con quel senso di angoscia velata verso un futuro incerto e la speranza che tutto vada come desidero.
Ommamma, ma vi ho già detto quanto è bello questo libro???
Io lo so che quando ho così tanta emozione nel cuore finisco con l’ingarbugliarmi nelle recensioni -  o con lo scrivere un papiro – ma vorrei parlarvi per ore di questo titolo che sono certa, senza ombra di dubbio, finirà tra i dieci migliori di questo anno iniziato da poco!!
Una cosa di cui non posso esimermi dal parlarvi è la libreria che da il titolo al romanzo: un negozio che potrebbe diventare una seconda casa per la maggior parte di noi! Darei non so cosa per avere una libreria così nella mia città, o meglio ancora per lavorarci come Anna: le chiacchiere appassionate con i clienti, il caffè caldo e i biscotti, le poltrone su cui sedersi… e una libraia che aspetta solo l’imput per decantare i suoi romanzi preferiti! Non avessi già una WL lunga come il Nilo non sarebbe un problema, ma devo confessare che ho dovuto aggiungere un sacco di titoli alla mia pergamena, titoli della letteratura classica per bambini che non ho mai avuto il piacere di leggere e che voglio scoprire ora che sono adulta.

È fantastico trovare in un libro quella passione per la lettura che mi anima da sempre e vedere nero su bianco dei personaggi che difendono a spada tratta il valore dei libri come panacea per ogni male e, perché no, per la realtà quando non va come vogliamo noi!
Finora la Dillon mi aveva conquistata con i suoi dipinti di pelosetti a quattro zampe e dell’influsso benefico che hanno sulle persone che li accolgono nelle loro vite e ora ci aggiunge anche quest’altro prezioso tesoro… come potevo non lasciarmi conquistare?
I cani comunque ci sono anche in questo romanzo, per quanto non abbiano un ruolo predominante come possa sembrare dalla trama: il vecchio e arruffato Tavish non ha il merito di tutto ciò che accade nella vita della protagonista e non è quello che riuscirà a convincerla a guardarsi con occhi diversi, resta il fatto che senza di lui molte cose non sarebbero successe, quindi bisogna attribuirgli la sua parte di merito. Così come a Pongo, il dalmata di Anna, grazie a cui le due donne che fungono da colonne portanti del libro hanno intrecciato le loro strade.
Diciamo che i cani accompagnano gli umani del romanzo nelle loro vite, senza influire più di tanto, ma come presenze costanti e spesso confortanti… proprio come accade nella vita reale.
Per fare la precisina vi ho anche messo una foto di Tavish – o meglio di uno Scottish Terrier come lui – che non è lo stesso cane che fa bella mostra di sé sulla cover italiana… il biondino non compare nel romanzo, ma questi sono i soliti misteri dell’editoria nostrana ;D
E poi? Cos’altro vi volevo dire? Ah sì, ecco!
Per chi ha già letto gli altri romanzi di questa autrice sarà un enorme piacere, come lo è stato per la sottoscritta, ritrovare personaggi già conosciuti: ad esempio Rachel che gestisce il canile (protagonista di Il rifugio dei cuori solitari) o Juliet la dog sitter (protagonista invece di Piccoli passi di felicità)… e questo sempre discretamente in modo che per gli habitué di Longhampton siano gioiosi incontri, mentre ai forestieri che approdano in questa cittadina per la prima volta appaiano solo come comparse secondarie che non influiscono sulla storia. E nello stesso modo l’autrice torna a citare luoghi famigliari ai suoi lettori… ad ogni nuovo romanzo che scrive, Longhampton assume contorni più nitidi, sembra ampliarsi davanti agli occhi dei lettori e vi confido in tutta sincerità che ci andrei a vivere senza pensarci nemmeno un secondo! Ogni volta mi sembra di tornare a casa dopo un lungo viaggio e forse è per questo che anche ora sono pervasa da una nostalgia bizzarra, quasi come se volessi solo poter tornare al sicuro in quei luoghi, tra quelle pagine.
Ma ora mi viene un dubbio… sono riuscita a farvi capire l’emozione che, anche ora che ve ne sto parlando, questo romanzo mi suscita?
Magari le storie della Dillon non sono il vostro genere, quindi non insisto affinché le leggiate… ma se lo sono non ve ne dovete perdere nemmeno una e questa in particolare mi ha colmato di stupore, commozione, gioia, speranza e chi più ne ha più ne metta! La benzina che mette in moto questo titolo sono tutti i sentimenti più umani che vi vengono in mente: l’amore, l’amicizia, la famiglia; le delusioni e la voglia di ricominciare; sogni infranti e sogni nuovi… che dite ce né a sufficienza per tutti?
Magistrale come sempre Lucy Dillon si conferma una delle autrici migliori che io abbia mai letto e quindi il voto massimo era d’obbligo per il suo nuovo gioiello di letteratura.
Se siete rimasti fino a qui a sentirmi sproloquiare sul libro, vi va ora di dire la vostra?
Passo e chiudo :)

11 commenti:

  1. Ciaoooo!! sono una tua nuova follower e...la prima recensione che leggo qual'è? La libreria degli amori inattesi! L'ho comprato qualche giorno fa e cercavo giusto qualche commentino che mi aiutasse a cominciarlo. Grazie, bella recensione. A presto!!!!

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    1. Beh allora benvenuta nel mio angolino virtuale ^^ Vengo a curiosare sul tuo e intanto ti auguro di adorare questo romanzo come ho fatto io!

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  2. Ah dimenticavo, anche il nostro blog è captcha free!!!

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  3. Cavolo, io non ho letto ancora nulla di quest'autrice e da come ne parli devo necessariamente rimediare!! ;) Con quale mi consigli di iniziare?

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    1. Ciao Sara! Difficile consigliarti perchè sono tutti belli. Se vuoi partire dall'inizio ti consiglio Il rifugio dei cuori solitari, ma le storie dei tre libri sono comunque assolutamente indipendenti tra loro. Tra Il rifugio e La libreria posso giusto dirti che la differenza sta nel fatto che nel secondo abbiamo meno pelosetti e più libri, mentre nell'altro tutte le storie partono dal canile coinvolgendo quindi anche gli amici a quattro zampe... Dai tanto lo so che anche la tua WL sarà chilometrica, quindi te li consiglio tutti :D

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  4. io neanche ho mai letto nulla di quest'autrice, ma devo dire che il tuo entusiasmo è contagioso :)))

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  5. Ooooh :°) I libri con i cani sono irresistibili. Ho già letto un paio di libri di quest'autrice, sono molto carini!

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    1. Allora ti piacerà sicuramente anche questo, fidati ;-)

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  6. Ciao bel blog e davvero bella recensione.
    In realtà, inizialmente ero restia nella lettura di questo libro, in quanto primo della Dillon capitatomi fra le mani e per altro regalatomi da mia madre, non proprio un'esperta letteraria, in un giorno X della mia vita.
    Attualmente sono quasi a quota 400 e mi sto angustiando non poco per la voglia di terminarlo e il dispiacere di averlo terminato. XD

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    1. Heheheh... fai i complimenti a tua mamma per la scelta! La Dillon è un'autrice impossibile da non amare ^^

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