lunedì 12 novembre 2012

Recensione de "La colonia sommersa"

Editore Fazi
Pagine 285
Euro 9,90
TRAMA:
In questo universo acquatico le abitazioni hanno la forma di gigantesche meduse attorno alle quali si estendono sterminate coltivazioni sottomarine; gli uomini, la cui pelle emana uno strano bagliore, si nutrono di piccoli pesci luminescenti, hanno riserve di ossigeno liquido per respirare sott’acqua e nuotano fasciati in avveniristiche tute idrorepellenti, spostandosi a bordo di rapide vetture. È qui, tra le profondità oceaniche, che Ty Towson è nato e cresciuto, ma quando incontrerà Gemma, una ragazza che viene dal mondo emerso in cerca di suo fratello scomparso in mare, la sua vita diventerà improvvisamente più complicata. Insieme, Ty e Gemma dovranno affrontare pericolose creature e avventurarsi in remote città lungo frontiere sommerse. Più scenderanno tra i fondali più scopriranno oscuri segreti che nemmeno il mare riuscirà a nascondere.

Ecco finita un’altra lettura e, incredibile ma vero, continua la fortunata serie di letture di questo periodo. Dopo tre recensioni positive, ero convinta che questa sarebbe stata una delusione, anche perché avevo letto svariati pareri su questo titolo prima di leggerlo io stessa, e la maggior parte erano tendenti al negativo.
Io andrò un po’ contro corrente, ma ho trovato La colonia sommersa una lettura davvero piacevole e scorrevole. È una narrazione originale, statica in molti momenti, ma con i suoi picchi di azione per riscuotere dal torpore il lettore. Contrariamente a quanto mi aspettavo non ho trovato per niente noioso questo libro e lo stile di scrittura dell’autrice non mi è risultato pesante o indigesto.
Strano a dirsi, ma trovo
la copertina italiana
molto più bella!
L’ambientazione della storia da sola si sarebbe meritata  5 gufi: le scene ambientate sui fondali marini, con le creature che circondavano i personaggi, mi hanno entusiasmata dalla prima pagina, tanto da immaginarmi con i polmoni pieni di ossigeno liquido e un casco in testa a nascondere solo in parte la mia espressione stupita ed estasiata dalle meraviglie oceaniche che mi circondavano. Le abitazioni del Dominio Bentonico con la loro forma di medusa,  la loro consistenza “elastica” per assorbire la pressione e i movimenti dell’acqua e la loro tecnologia straordinaria che permette ai coloni di viverci quasi come in superficie sono davvero straordinari. Delle poco terre emerse rimaste, che ancora sono abitate, si sa poco o nulla perché la narrazione viene focalizzata sul tentativo di “rialzarsi” da una disgrazia di enormi proporzioni (in questo caso i livelli delle acque del pianeta che sono cresciuti fino a sommergere una grossa parte delle città conosciute), cercando di ricavare risorse in un ambiente generalmente ostile alla vita umana, creando una città “sperimentale” in cui le persone coltivano alghe e allevano pesci.La fantasia di Kat Falls non ha limiti e riesce a dipingere un improbabile e impossibile (per ora) mondo sommerso rendendolo quanto più vero possibile.  Niente è lasciato all’immaginazione e a qualsiasi obiezione che potrebbe nascere spontanea da dei Superni (abitanti della superficie emersa) come noi in merito alla vita subacquea, l’autrice da una spiegazione sensata, tanto che più volte mi sono ritrovata a dire “caspita, io non ci avrei mai pensato”. È vero che la storia non è quella che definirei eccezionale, ma mi sono talmente innamorata di questo universo in fondo al mare da desiderare quasi di poterlo visitare (io che se vado sott’acqua di mezzo metro  ho l’impressione di sentirmi soffocare e devo riemergere!).
La storia in sè regge abbastanza bene, ma sono convinta che avrebbe potuto occupare più pagine per approfondirla maggiormente, insieme alla caratterizzazione dei personaggi. Solo Ty, il protagonista (unico adolescente nato e cresciuto sotto l’oceano), poco meno Gemma (superna arrivata in fondo all’oceano alla ricerca del fratello) e Fantasma (il capo della Banda della Gramigna e oltretutto il personaggio che mi ho apprezzato di più… leggere per credere!),  sono sufficientemente delineati da diventare reali nella mente, mentre gli altri sono solo “comparse” nelle loro avventure (tanto che la mia fantasia non ha ritenuto necessario dare un volto a praticamente nessuno di loro, sono solo figure che si muovono sullo sfondo).  È anche vero che ci sarà un secondo (e pare ultimo) capitolo di questa breve serie, quindi può essere che avremo la possibilità di conoscere più da vicino anche altri personaggi.
Tutto il romanzo ruota intorno alla presenza di una banda di criminali che mette in ginocchio il Dominio Bentonico, assaltando prima i sottomarini governativi con gli approvvigionamenti per i coloni, per arrivare infine alle abitazioni private, e agli sforzi dei suoi abitanti per risolvere questa incresciosa situazione (anche se in realtà quello che si sbatte di più è proprio Ty). Quindi, sì, in effetti la storia poteva essere un po’ più originale, ma andando verso la fine e scoprendo i retroscena che hanno portato alla nascita della banda della Gramigna, nonché la vera identità del loro capitano Fantasma, ho dovuto ricredermi: in fondo anche la trama aveva il suo perché, che ha molto a che fare con la leggenda dei Doni Oscuri (che sarebbero qualità fuori dal comune che si sviluppano in chi è nato o cresciuto sotto il mare), che ho trovato molto carina. Inoltre in questo libro non sempre tutto è come sembra a un primo sguardo e che per esempio per scoprire i veri cattivi è meglio avere una visione più ampia, non focalizzarsi su chi porta disegnato un bersaglio sulla schiena.
La morale su cui l’autrice mette l’accento è che “diverso” non sempre è sinonimo di anormale, ma che a volte può stare a significare “speciale”, malgrado la gente sia portata a temere ed emarginare queste persone fuori dalla norma: questa è sicuramente una cosa che ho trovato molto bella.
Non poteva ovviamente mancare una piccola parte romance, che tiene però un profilo basso: si tratta più di sensazioni colte e accennate, non di vere scene da cariare i denti ed è stata una buona scelta, perché nel contesto sarebbero state superflue… e inoltre c’è spazio nel prossimo volume per vedere come evolveranno i sentimenti di Ty.
In conclusione consiglio la lettura a tutti gli amanti dei distopici o del mondo marino perché è un romanzo che si distacca dai soliti universi futuristici a cui ci hanno abituato gli autori ultimamente e che vale la pena di essere esplorato.
E anche per sta volta passo e chiudo J
VOTO:

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6 commenti:

  1. Anche a me è piaciuto "la colonia sommersa"! Forse anche un pochino di più di quanto è piaciuto a te, dato che di recente le letture troppo lunghe mi stancano e ho trovato soddisfacente il rapporto numero di pagine/numero di notizie fornite al lettore. Bello bello ^_^

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    1. Menomale! Avevo letto così tanti pareri negativi che temevo di essere la sola a cui questo romanzo è piaciuto :)

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  2. Sembra carino, spero di poterlo leggere anch'io al più presto! ^^ La poca attenzione per i personaggi secondari in genere mi secca un po', però se la storia è carina e l'ambientazione affascinante, mi pare davvero che potrebbe essere una lettura interessante! :) E poi, la morale a cui accennavi nella recensione... diciamo che mi piace un bel po'! :D

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    1. Io l'ho trovata molto interessante come lettura, sono curiosa di sapere cosa ne penserai :)

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  3. Sta in wishlist da un pò... lo voglio leggereeee

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    1. Fidati, ne vale la pena. Sono convinta che ti piacerà... e se invece mi sbaglio, fammelo sapere ^__^

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